Da Villafranca in Lunigiana a Pontremoli in 22,600 km.
Undicesima ed ultima tappa di questa edizione.
Oggi è il giorno dei numeri, dei resoconti e della consapevolezza di ciò che abbiamo fatto.
Oggi dobbiamo ricordare da dove siamo partiti, i nostri quasi trecento chilometri conquistati con sudore e fatica.
Oggi è il giorno degli abbracci e delle lacrime.
Oggi è il giorno dove occorre ricordare che la nostra marcia in undici tappe e quasi 300 chilometri ci ha portato fino a Pontremoli.
Oggi è il momento dei ricordi, quello dedicato al nostro gruppo, alle nostre guide, a quelle che si sono messe in gioco senza alcuna esperienza nè di cammini, nè di tecniche d’accompagnamento.
E’ ora di partire. Questa mattina la sveglia suona presto anche perchè nel pomeriggio ci aspetta una bella sorpresa.
Il sole per ora è alto e più tardi ci raggiungerà in bicicletta il nostro amico Martino.
Partiamo. Filetto è davanti a noi, lo superiamo per poi attraversare l’antico borgo di Filattiera ed eccoci all’elegante pieve di Sorano.
Il tempo è cambiato, il cielo è grigio, nuvoloni carichi di pioggia incombono sulle nostre teste.
Ultimi cinque o sei chilometri, stiamo sfidando il maltempo. Tuoni e fulmini ci accompagnano, si cammina spediti.
Un attimo di sosta per coprire gli zaini ed indossare la giacca impermeabile prima che la pioggia cominci a battere prepotente al nostro passaggio.
Ultimi tre chilometri in salita, ci siamo. Lo spirito è alto, siamo forti.
Camminiamo nel centro di Pontremoli, ultimi cinquecento metri. La pioggia ha smesso di scendere e fa caldo con le giacche impermeabili.
Attraversiamo a passo spedito il corso principale. Ce l’abbiamo fatta.
Siamo arrivati, ci abbracciamo mentre le lacrime, copiose, cadono a terra. Ce l’abbiamo fatta.
Ettore ci aspetta per la foto di fine cammino.
Ora arriva la sorpresa: doccia, costume e via verso il centro sportivo di Pontremoli dove Martino ci ha organizzato un vero relax con sauna, bagno turco, vasca idromassaggio e tanto altro.
Siamo a fine cena. Gli ultimi saluti, un abbraccio, una pacca e l’augurio di ritrovarci il prossimo anno. Vasco Rossi, come in una favola, accompagna la nostra uscita con una canzone che spesso abbiamo cantato tutti assieme durante il cammino:
“Quello che potremmo fare io e te
Senza dar retta a nessuno
Senza pensare a qualcuno
Quello che potremmo fare io e te
Non lo puoi neanche credere
Quello che potremmo fare io e te
Senza pensare a niente
Senza pensare sempre
Quello che potremmo fare io e te
Non si può neanche immaginare
Io e te, io e te
Dentro un bar a bere e a ridere
Io e te, io e te
Seduti sul divano
Parlar del più e del meno
Io e te, io e te
Come nelle favole.”