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Sulla via Francigena contromano e contro i pregiudizi

Ricordo, era l’inizio del 2019 quando, in compagnia di Daniela ed altri amici, come capita spesso davanti a birra e pizza, abbiamo messo nero su bianco il progetto “Sulla via Francigena contromano e contro i pregiudizi”.
Nello stesso anno, a settembre, siamo partiti tra mille dubbi, tanta inesperienza ma con la voglia d’esserci e camminare.

Un progetto chiamato “sulla via Francigena, contromano e contro i pregiudizi”. Un fardello pesante da portare avanti perché con esso c’è la storia, spesso non da tutti conosciuta, di tantissime persone che ci hanno accompagnato col loro cuore.

Ad ottobre 2019, terminata la prima edizione, siamo arrivati a Siena, tra lacrime e vesciche. Gli abbracci, i sorrisi, le pacche sulle spalle e la consapevolezza d’aver superato, sempre assieme, gioie e difficoltà.

Ad ogni passo, ricordo, avevi qualcuno accanto e, sempre, anche la tua mano era tesa ad un amico per risollevarlo nei momenti di crisi.

Rientrati dalla prima edizione, a fine 2019, con Luca e lo zio Lino, carichi di ogni speranza e di quella forza che solo un cammino ed un gruppo di amici possono regalarti, abbiamo cominciato a scrivere le tappe della seconda edizione, quella che ci avrebbe portato da Siena a Pontremoli.

Poi, è arrivato il covid ed io e Daniela ci siamo ammalati seriamente.

Era un casino qui nella provincia di Bergamo: ambulanze, morti, progetti archiviati, sogni in pezzi e, comunque, la voglia di reagire per tornare a sorridere e riabbracciare tutte le persone che ci sono state accanto anche in questi momenti difficili.

Ricordo Micky ed Alessandro, nostri amici di Croce Rossa Italiana sezione Lipomo, sempre presenti nei nostri progetti, quando passavano a trovarci. Sì, perché la Croce Rossa Lipomo presidiava anche il distretto di Treviglio, Romano di Lombardia e Zingonia per supportare i nostri. Dicevo, ricordo Micky ed Alessandro, quando noi eravamo chiusi in casa, loro sull’ambulanza davanti alle nostre finestre, un saluto veloce e via, niente sorrisi e niente abbracci.

Oggi scrivo dopo aver ripercorso tutte le tappe del nostro cammino sulla via Francigena, contromano e contro i pregiudizi. Ripenso al nostro gruppo, com’è nato e come si è evoluto. Ripenso ai contatti di questi anni, quelli che mi hanno permesso di condividere con mille amici delle bellissime esperienze. Ripenso al motto che spesso mi avrete sentito dire: “senza paura, in tutto quello che fai”.

Ho ed abbiamo lavorato al meglio per realizzare questa Francigena e sono soddisfatto del risultato, parlo sia a titolo personale che a nome dell’intero Consiglio della Disabilincorsa Onlus che non ci ha mai mollato.

“Sempre, senza paura in tutto quello che fai”. Siamo stati e siamo una squadra bellissima ognuno con un vissuto differente e con tanta esperienza da offrire. Abbiamo, anzi, avete  accettato di stare in stanze affollate dando a me e Daniela la possibilità di dormire in due con fucsia, il nostro cane guida, grazie Amici!

Siamo un gruppo, con una propria personalità e di generazioni differenti. Ci son stati degli scontri, ed è giusto che sia andata così ma  tra noi è sempre spiccato il buon senso e la voglia di superare anche questi piccoli ostacoli.

Scrivo per ricordare i giorni appena trascorsi ed anche per metter nero su bianco i sentimenti che provo in questo momento.

Facendo un passo indietro, ho ed abbiamo messo in piedi una Francigena fantastica e sono contento che tutto sia andato per il verso giusto. Tutto si può migliorare e sono pronto a raccogliere qualsiasi critica o suggerimento perché questo ci da la possibilità di crescere e capire.

Tutte le persone che abbiamo incontrato per strada ci hanno donato un Soriso e questo è bellissimo. Ragazzi, senza retorica, siamo fortunati e non lo dico io che in genere affronto la vita “senza paura” ma è proprio così.

Su 13 giorni solo uno e mezzo di pioggia. nessun infortunio. Non ci siamo scannati. Ci siamo presi in giro dalla mattina alla sera. Abbiamo mangiato e bevuto all’inverosimile e, soprattutto, ogni critica nei confronti del prossimo si è spenta col sorriso e la comprensione.

Una Onlus non è nulla se non ha accanto delle persone che come me e come voi hanno voglia di mettersi in gioco.

Quello che è stato fatto non è indifferente e molti di voi si sono trovati per la prima volta su un cammino e con un non vedente accanto. Abbiamo superato fango, guadi, caldo, freddo. Abbiamo cantato, saltato sui sassi e camminato in salita. Abbiamo cenato e dormito assieme. Ci siamo svegliati, lavati nella stessa doccia e nello stesso lavandino. Ci siamo abbracciati con le lacrime agli occhi arrivati a Pontremoli e sono contento che sia andata così perché vuol dire che in noi c’è, per fortuna, lo spirito dell’umanità.

Via Francigena, ringraziamenti

Ringrazio tutti quanti per esserci stati, per avermi aiutato nella logistica, per averci supportato con Fucsia e per aver camminato uno al fianco dell’altro.

Ringrazio Croce Rossa Italiana sezione Lipomo ma soprattutto Micky e Stanislav per la pazienza e la disponibilità.

Ringrazio gli amici, quelli di vecchia data e quelli che mi han dato una mano ad organizzare.

Ringrazio chi ha sottratto un pezzo di vita alla propria famiglia o si è preso un periodo di ferie per stare con noi.

Ringrazio chi ci ha supportato economicamente e chi continuerà a farlo, una Onlus vive nel bene o nel male anche di queste cose.

Ringrazio oltre agli enti o le amministrazioni, le persone che ne fanno parte e che ci hanno permesso di risolvere molti aspetti esponendosi in prima persona accompagnandoci anche con un sorriso.

Ringrazio anche chi avrebbe voluto ma non l’ha fatto. Non importa, noi ci siamo e ci saremo sempre.

Ringrazio Martino ed il centro Kinemove Center di Pontremoli per averci coccolato a fine cammino.

Ringrazio tutte le persone, fantastiche, bellissime, incontrate o conosciute grazie a questo cammino, che la vita vi regali sempre grandi emozioni.

Infine, non certo ultimo d’importanza, ringrazio l’intero Consiglio Direttivo della Disabilincorsa Onlus che mi permette di andare avanti sempre, senza paura.

Michele Pavan

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