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Non vedenti alla Milano Marathon con le guide della Disabilincorsa

Ora vi raccontiamo una bella storia. Una di quelle dove protagonisti sono le persone con i propri valori. Una di quelle dove vince chi ci ha creduto. Una di quelle dove lacrime e gioia si mischiano assieme. Una di quelle dove speranza e silenzi danzano abbracciati. Una di quelle dove anche una “piccola” Onlus, grazie al proprio operato ed al sostegno di chi ci ha creduto, ha potuto far vivere un altro sogno a dei GRANDI UOMINI.

Sfumato… per ora, un progetto che puntava ad accompagnare un gruppo di nostri atleti ciechi e loro guide alla maratona di New York, la squadra della Disabilincorsa si è attivata iscrivendo tre podisti non vedenti e loro guide alla Maratona di Milano 2018.

I protagonisti sono Chiara Pandolfi, Daniela  Vittori e Dario Croci per i non vedenti mentre Gian Gavino (Gianni) Buseddu, Fabio Orrù, Matteo Plaisant, Paola Signorelli, Claudio Fulgosi e Gianluca Beltrame per le guide sportive.

Inutile parlare di tempi, di crono, di aspettative con chi, partito dalla Sardegna, dal varesotto e dalla bergamasca, domenica ha deciso di metter da parte il proprio personal per accompagnare al traguardo tre runners non vedenti.
Valori ed emozioni, tutti riportati in poche righe di scambi ricevuti dopo la maratona che per dovere di cronaca di seguito riportiamo per intero.

Fabio Orrù domenica ha guidato per la prima volta Chiara… anzi, ad esser sinceri, Fabio domenica ha guidato per la prima volta un non vedente ed ecco cosa ci scrive: vi voglio dedicare l’arrivo al traguardo. Mi avete fatto conoscere un mondo straordinario, siete delle grandi persone, e ieri è stata solo la prima di una lunga serie. Ho cercato di dare tutto me stesso offrendo a Chiara tutto. Grazie a tutte le persone che mi stanno regalando tante belle parole.

Chiara Pandolfi taglia il traguardo guidata da Fabio Orrù

Anche per Matteo quello di domenica è stato il “battesimo del fuoco” alternandosi con Paola alla guida di Daniela ed  ecco cosa ci ha scritto:

Milano Marathon 2018. Ieri ho avuto l’onore di conoscere tre eroi: Daniela, Chiara e Dario. Non ci sono parole per descriverli e per raccontare le emozioni che si provano nel fare l’atleta guida. Un’esperienza bellissima che ripeterò sicuramente. Grazie di cuore a www.disabilincorsa.com

Poi c’è Claudio, la guida di Dario: mi hai regalato un’esperienza che non dimenticherò mai.

Dario Croci atleta non vedente con la sua guida Claudio

Ed infine, non certo ultimo d’importanza, la storia di Gianni, nostro Amico che anche in questa avventura ha dedicato tutto sé stesso. Ecco il suo fantastico racconto: la mia Milano Marathon: il perché ho corso 47 km e non 42.

Ricorderò questa maratona per tutta la vita: una medaglia che ha veramente un valore altissimo.Ancora una volta parto come atleta guida e questa volta allo start siamo un bel gruppetto: 3 atleti non vedenti e 6 guide.

Partiamo per ultimi, dietro a tutti…non vogliamo aver problemi alla partenza e rischiare di essere travolti dalla calca. Tanto noi abbiamo già vinto 🙂

L’idea è quella di correre la maratona compatti, tutti assieme… ma è una situazione che capiamo subito impossibile: gli atleti non vedenti hanno passo diverso e ognuno imposta il proprio ritmo.

Purtroppo al 10° km non vedo più un atleta e decido di tornare indietro: si è fermata ad un bar, problemi di stomaco. Combatte sino al 25° ma è una situazione impossibile e decide di abbandonare: scelta saggia perché non si deve soffrire così per una gara… Capita, sarà per la prossima.

Tra il 10° km e il 25° faccio avanti e indietro diverse volte, voglio sapere se tutti gli atleti non vedenti stanno bene… e mi rendo conto di aver già percorso 5 km in più ad un ritmo di circa 4:20 al km.

Bellissimo lo staff, la Polizia Locale, altri atleti che mi vedeva spesso correre a manetta nel senso opposto e mi chiedevano se avevo problemi, se non mi bastassero i 42 km, se stavo male e avevo perso il lume della ragione.

Recupero Matteo, atleta guida alla sua prima esperienza, preoccupato perché sente le gambe imballate per via degli stop precedenti: lancio la sfida… “Dai, mancano solo 17 km, facciamoli a scoppio, a 4.30 – 4:20”.

Ci rendiamo conto di essere ultimi, dietro a noi più nessun atleta… e partiamo alla rimonta (arriveremo dopo aver recuperato oltre 400 atleti).

Dopo poco però i problemi non potevano essere finiti: Matteo ha dolori, crampi… e a me si sveglia un dolore al tibiale con il quale oramai convivo…

Motiverò Matteo per 12 km cercando di non pensare al mio tibiale: penso alla gioia che avremo da lì a poco e dico a Matteo che questa volta la medaglia ci spetta veramente. Non possiamo mollare.

2 su 3 atleti non vedenti sono finisher, 5 guide su 6 sono finisher.

In pochi istanti, sotto al gonfiabile, ho provato strane sensazioni. Talmente emozionato e carico che non scendeva una lacrima.

Questa maratona è per me un allenamento per il Passatore, non tanto per il ritmo e per i KM, ma per quello che trasmettono questi atleti che non si sono arresi neanche davanti alla perdita della vista.

Mi sento molto fortunato: lo sono.

Giangavino Buseddu, Matteo Plaisant, Chiara Pandolfi e Fabio Orrù fotografati con la medaglia al traguardo della Milano Marathon

Ed ora tocca a noi concludere.

A noi che abbiamo pianto dentro per il ritiro di Daniela, che ci abbiamo creduto e che sappiamo cosa vuol dire disabilincorsa, con le sue guide ed i suoi atleti “sgangherati”. A Fabio che, lui a noi, ha detto “GRAZIE”. A Matteo che, nonostante tutto, ha tenuto duro. A Gianluca. A Paola, sempre vicina a Daniela nei momenti di bisogno. A Gianni, vulcano attivo ed artefice di molti dei nostri progetti. A Claudio, incontrato il giorno prima della maratona e con la sensazione d’essere amici da sempre. A Paola, un’altra Paola, ed a Gigi che ci hanno accompagnato prima, durante e dopo la gara. All’Organizzazione della Milano Marathon ed ai Media che auspichiamo possano raccontare ciò che con onestà e determinazione portiamo avanti dal 2003.

Condividiamo in pieno i pensieri di Loris Cappanna, atleta non vedente, che rivolgendosi a Fabio Orrù, scrive: come dico sempre, atleta guida non si nasce e non si diventa, ma sia nella profondità del cuore che stimola continuamente emozioni e sensibilità. Mettersi a disposizione, offrire la possibilità di fare sport a chi è in difficoltà, sapersi donare sono certo che sia la medaglia più bella, quella fatta di vita vera, di grandi valori aggiunti! Troppo spesso ci si nasconde dietro una falsa solidarietà o beneficenza, il tuo modo concreto, paziente e contro ogni pregiudizio, è un gesto nobile e di grande bellezza, ma soprattutto sintomo di “volere è potere“!  Grazie per tutto quello che fai ma soprattutto farai! Possa il tuo gesto essere d’esempio a chi troppo parla e mai agisce! Chapeau

Grazie a voi, atleti disabili e guide sportive, per aver condiviso un pezzo della nostra e vostra vita con Disabilincorsa.

E per la maratona di New York? Noi ci siamo e se ci date una mano a trovare sponsor e sostenitori, si parte, con la certezza di poter far rivivere altri sogni bellissimi.